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QUANDO IL FUOCO DELL’ARTIGLIERIA CESSÒ E LA BREZZA DEL MATTINO DISPERSE LA DENSA CORTINA DI POLVERE DA SPARO, I NOSTRI UOMINI VIDERO UNA SCENA TERRIBILE: L’INTERA STEPPA BRULICAVA DI CATENE DI COSACCHI BIANCHI. NEI RAGGI DEL SOLE NASCENTE, BRILLAVANO LE BANDIERE CON I RICAMI D’ORO. VECCHIE, MALCONCE, BRUNITE DAL FUMO DELLA POLVERE DA SPARO, ERANO LE BANDIERE DEI FAMOSI REGGIMENTI COSACCHI DELL’ESERCITO ZARISTA...

LA RIVOLUZIONE SOTTO ASSEDIO 

Nella storia, al di là dei conflitti puramente ideologici, ciò che determina il destino di un Paese sono i mezzi con i quali queste contrapposizioni vengono risolte. Purtroppo, troppo spesso, l’organizzazione armata diventa l’unica possibilità per difendere o conquistare il governo di una Nazione quando la rivoluzione non è pacifica e supportata da tutti. Ebbene l’esame della contrapposizione di queste forze armate antagoniste, per meglio intenderci della guerra civile russa in ambito puramente militare, è proprio quello che rende unico questo lavoro distinguendolo da tutti i volumi pubblicati in occidente sull’argomento. Esistono memoriali e opere generali ma, pressoché, tutte mancano  di organicità o si rivelano superficiali nell'esame delle operazioni militari (Ad esempio Evan Mawdsley, Jonathan Smele, Bruce Lincoln, Richard Luckett etc..etc).

Proprio per tale motivo, lo scopo di questo libro è portare il lettore sulle sponde del placido Don a seguire da vicino le colonne dei giovani cosacchi in marcia verso il Volga; nel gelido fango della tragica marcia sul ghiaccio dell'Armata bianca di Kornilov o nei quartier generali sovietici, tra carte geografiche, matite e qualche bicchiere di vodka a scoprire la nascita dell'Armata rossa e di quei comandanti che ne influenzarono il primo anelito di vita come Tukachevskij e Frunze. Il lettore avrà anche l’occasione di conoscere quei personaggi, meno famosi per noi occidentali, che le conferirono il tono di una vera e propria epopea: ufficiali, soldati, traditori e banditi in cerca di fortuna. Tra questi il sanguinario Stanislav Bulak-Balachovich che fece dei viali di Pskov una via crucis di bolscevichi, o il sconclusionato e folle atamano Grigoriev poco credibile Pugacèv del XX secolo... e così tanti altri.

 

Tuttavia credere che la guerra civile russa sia un semplice conflitto tra due fazioni contrapposte è un grossolano errore poiché, in questa, si confrontarono non solo bolscevichi e controrivoluzionari ma anche movimenti e partiti diversi, regioni che reclamavano l’autonomia, nazioni straniere ed eserciti sbandati. Possiamo quindi affermare, con certezza assoluta, che la guerra civile non fu una lotta a due ma una guerra senza quartiere tra una moltitudine di movimenti.Infatti quello che differenzia l’esperienza russa da tutte le altre è che dall'esito di questa sarebbero potute scaturire non due ma una incalcolabile varietà di Russie diverse: una grande Russia democratica liberale o socialista, oppure una piccola Russia dove interi territori avrebbero potuto ottenere l'indipendenza. Sarebbe potuta nascere una Russia guidata da una dittatura militare, infine, seppur più difficilmente, sarebbe potuto essere re—instaurato il regime zarista. Non fu cosi, vinse alla fine la fazione bolscevica che segnò la storia del secolo scorso in maniera indelebile. Ciò che permise a questi di trionfare fu probabilmente, più di ogni altro elemento, la capacità di adattamento e di mutamento propria della lunga esperienza rivoluzionaria che segnerà anche la facoltà di assimilare e di superare gli ostacoli propria dell'Armata rossa. A proposito ebbe a dire Lenin “Se non riusciamo ad adattarci alle circostanze, se non siamo inclini a strisciare col ventre nel fango, non siamo rivoluzionari ma ciarlatani”. Ed è proprio questa natura indomita, figlia della rivoluzione bolscevica, una delle tesi principali di questo volume. Ovviamente cercheremo anche di dissipare la nebbia sul perché alla fine furono i rossi a prevalere in questa immensa sfida che li vide stretti nella morsa a difesa del cuore della Russia, a salvaguardia di Mosca e Pietrogrado. Attorno a questo anello di fuoco, a porre la “Rivoluzione sotto assedio”, non vi furono solo eserciti russi bianchi, ma anche potenze straniere.

Inoltre scopriremo come, dal punto di vista militare, la Guerra Civile Russa mostrò caratteristiche similari alle guerre di fine ‘800 (in particolar modo guerra civile americana 1861-1865 e alle guerre anglo-boere 1880-1881/1899-1902) piuttosto che alle più recenti esperienze della guerra mondiale. Infatti lo scontro tra bianchi e rossi fu caratterizzato da un'estrema mobilità del fronte, favorita sia dall’immensità degli spazi che dallo sfruttamento incessante delle ferrovie. Fu in tal modo che nel conflitto civile russo la cavalleria ritrovò il ruolo di arma regina della battaglia, in un anacronismo tecnologico senza precedenti allorché a questa furono affiancati carri-armati e moderni aerei. Proprio nell'esaminare l'importanza dell'arma a cavallo, non potremo mancare di soffermarci sull'operato del più celebre comandante di cavalleria sovietica Budënnyj per scoprire come l'influenza della propaganda e della cinematografia ne mitizzarono la figura non riconoscendo, invece, il lavoro di tanti altri che ebbero la sfortuna di non appartenere a quella categoria di intoccabili propria della cerchia Stalinista (un esempio su tutti sono i comandanti di cavalleria Dumenko e Mironov caduti presto nell’oblio). Sarà quindi spesso, nell'arco di quest'opera, posta attenzione alla questione della propaganda (e soprattutto al cinema sovietico) che i rossi seppero indubbiamente sfruttare al meglio rispetto ai loro avversari. Ma non è tutto poiché chiariremo anche che in realtà, una volta terminata la guerra civile con la vittoria dei bolscevichi, il conflitto proseguì all'interno del Partito e dell'Armata Rossa su quelle contrapposizioni che si erano venute a sviluppare nel contesto bellico.

Le diverse correnti si scontrarono, prima dialettalmente e poi fisicamente, fino alla vittoria finale di Stalin: il vero e unico incontrastato trionfatore.Il testo nella su narrazione tenta, con un accurata ricerca, di dar voce ai protagonisti attraverso l’esame e il confronto dei diversi memoriali in un incessante cronaca analitica che svela la drammaticità degli eventi, non mancando tuttavia di rilevare anche quegli eventi picareschi e grotteschi propri di una grande epopea.

Questo libro dunque vuole essere un viaggio tra le sofferenze di una guerra civile, tra piccoli gesti nobili dei pochi e la vanagloria dei tanti, alla scoperta di avventurieri in cerca di fortuna e di puri idealisti che si consacrarono alla morte per una fede politica.

Vicende umane, molteplici tragedie. La storia militare di un evento epocale che cambiò il volto d’Europa.

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